Coltiviamo circa 35 ettari di vigneti, tutti nell’areale di Montalcino ma suddivisi tra due diversi versanti: Est ed Ovest. Tutto è iniziato a Castelnuovo dell’Abate un luogo unico all’interno del già ricco areale montalcinese, è come se la natura e la cultura qui si fossero ancor più diversificate in un qualcosa che ancora oggi non conosciamo fino in fondo!
Qui per secoli la coltivazione dell’olivo, più specificatamente dell’Olivastra Seggianese, ha scandito il tempo degli uomini nei campi. All’ombra del vulcano spento, l’Amiata, intere generazioni si sono dedicate alla sussistenza e alla cura di olivi secolari.
Qui l’Amiata si fa sentire, con le folate che si incanalano fra la montagna ed i fiumi e le nuvole che corrono veloci verso la vetta, a volte lasciandoci a secco ma altre volte salvandoci dalla violenza dell’acqua di fine estate.
Anche la terra a Castelnuovo ha un sapore tutto suo. Qui i fondali marini emersi sono stati sbalzati in alto o in basso con violenza, in una serie di frane, esplosioni, terremoti che ancora oggi fatichiamo a spiegare. Qualcuno accredita la genesi di questi terreni alle acque termali e alla loro energia, qualcun’ altro al vulcano che si assestava; chiunque sia stato l’autore si è divertito nello scolpire un mosaico di paesaggi.
Sul versante est albeggia presto al mattino e quasi ogni giorno correnti d’aria si incanalano tra il Monte Amiata e la costa ilcinese; i suoli hanno un contenuto argilloso e limoso molto elevato, sono terreni di origine oceanica, ricchi in calcare attivo, anche il pH alto è severo e la salinità del suolo può complicare molto il tutto.
est
Ma questo tipo di terroir può dare al Sangiovese una profondità ed una stratificazione unica, soprattutto se abbinata ad una mano leggera capace di trasformare l’esuberanza di una zona calda e soleggiata in densità senza peso.
Sul versante ovest il paesaggio si trasforma in una tipica selva a medio alto fusto, che si estende per centinaia di chilometri ed isola le nostre vigne!
Le linee orografiche non sono più fatte di gradoni e calanchi ma di anse e terrazze lacustri, modellate dagli spostamenti del fiume Ombrone e dai coni di deiezione dai quali si sono riversati i detriti erosi.
Il sole e la luce sono per lo più quelli del pomeriggio, il clima è tendenzialmente più umido e fresco e l’aria sa di sottobosco.
Qui la matrice geologica è molto eterogenea ed influenzata dai fenomeni erosivi originati dal corso del fiume e dai pendii dilavati che ci sovrastano.
Questa condizione origina una mescola alluvionale, abbastanza sciolta e profonda, dominata da argilla e sabbia, arricchita da vario materiale roccioso drenante (alberese, galestri, macigno toscano). Questo versante ci aiuta nelle annate calde, con frutta più diluita e spesso dedicata alla produzione di Sogni e Follia e Cielo D’Ulisse.
ovest
Ad oggi abbiamo in totale 1,4 ettari di Bonsai Sangiovese, con piante adulte che producono circa 200g di uva ciascuna. Dalla prima vendemmia ad ora, possiamo dire di aver creato qualcosa di davvero unico, a cui tutti noi siamo davvero affezionati. Per noi è anche un progetto di studio, in più occasioni abbiamo esaminato il profilo del suolo in profondità per capire il comportamento dell’apparato radicale.
Le radici raggiungono i tre metri di profondità, circa il doppio dei vigneti piantati regolarmente, questo è sicuramente un segnale incoraggiante.
Per noi questo vino è comunque prima di tutto un Sangiovese di Montalcino, al di là del diverso lavoro che richiede in vigna, continueremo a studiare questa tipologia d’impianto e a vinificarne le uve in purezza, perché l’unicità visiva, evidente visitando il vigneto, è completamente riscontrata nel sorso e non saremmo mai in grado di chiamarlo in un modo diverso da “Bonsai”.
Con il tempo, abbiamo messo a punto sistemi specifici, per questo vigneto così particolare.
Seguendo l’esempio delle viti che si sono sapute adattare a delle condizioni molto particolari, anche noi abbiamo dovuto fare lo stesso.
Parlando di potatura, abbiamo capito che era inutile pretendere una produzione in termini di quantità d’uva paragonabile ad una vigna standard, lo sforzo compiuto dalla pianta era già gravoso e quindi, con la potatura, abbiamo individuato un carico di gemme ridotto, impostando un alberello a 40-50 cm da terra con uno sperone singolo a 2/3 gemme produttive.
La produzione varia di anno in anno, alcune piante a volte non producono grappoli per andamenti stagionali non favorevoli, ma solitamente vendemmiamo 1 massimo 2 piccoli grappoli per pianta.
Lo stato di salute dei suoli è stato fin da subito il principale scoglio. I nostri terreni sono costituiti prevalentemente da argilla e limo, pertanto compattano facilmente e si strutturano con difficoltà.
Un vigneto così denso richiede ogni anno un reintegro di sostanza organica abbondante, mediante letame distribuito a mano e una decompattazione per almeno i primi 30 cm di suolo. Dopo di che, apportiamo un sostanzioso letto di paglia per praticare una pacciamatura a difesa della risorsa idrica e per ridurre il compattamento, il tutto senza dimenticare i preparati biodinamici.